L’impatto sociale di Banca Etica
Il tema dell’impatto sociale è di grande attualità e dibattito a livello internazionale: i principali contributi sviluppati da parte della comunità accademica e finanziaria internazionale in tale ambito tendono verso la definizione di indicatori quantitativi e sintetici: tra questi lo strumento maggiormente utilizzato è lo SROI (Social Return on Investment), il quale, tramite la stima dei risparmi sociali attualizzati futuri, monetizza l’impatto sociale di un investimento.
La misurazione dell’impatto sociale è una pratica complessa in quanto il concetto stesso è composto prevalentemente da variabili qualitative, le quali in diversi casi difficilmente possono essere quantificate.
In tale contesto nel 2014 sui mercati si è assistito ad una particolare diffusione dei Social Impact Bond, i quali sono prodotti finanziari appartenenti alla categoria dell’Impact Investing. Tali prodotti, provenienti dal mondo anglosassone, permettono il supporto di progetti sociali innovativi, legati in particolare all’assistenza sociale ed all’inserimento lavorativo. La principale innovazione dello strumento deriva dal meccanismo di rimborso, il quale prevede che gli investitori siano remunerati dalla Pubblica Amministrazione in proporzione al livello di impatto sociale creato a favore della comunità.
A tale riguardo, nel 2014, a livello istituzionale, vi è stato un importante lavoro di analisi svolto dal Ministero dello Sviluppo Economico sul tema dell’impatto sociale e della sua rendicontazione; tale lavoro si è concluso a gennaio 2015 con l’emanazione della Circolare 3677/C, la quale esplicita i contenuti del Decreto Legge 179/2012, che definisce il concetto di “Startup innovative a vocazione sociale”. Il Decreto prevede che per i soggetti che investono in questa particolare tipologia di impresa siano riconosciuti alcuni benefici fiscali. Il punto maggiormente innovativo in tale ambito è il processo di rendicontazione dell’impatto sociale di queste imprese, il quale deve avvenire tramite la redazione del “Documento di descrizione di impatto sociale”: tale documento va compilato dalle imprese secondo le indicazioni fornite nell’apposita “Guida per la redazione del Documento di Descrizione di Impatto Sociale“, completa di iter procedurale e indicatori; la Guida è stata redatta in collaborazione con il MIUR e diversi attori dell’imprenditoria sociale.
Nel corso del 2014 Banca Etica ha affrontato a lungo il tema, tramite in particolare la partecipazione al Comitato Consultivo Italiano per la task-force istituita dal G8, che si occupa di investimenti ad alto impatto sociale. A seguito di tale partecipazione, a settembre la Banca è stata citata tra le buone pratiche nel Rapporto della task force stessa. Il Rapporto rappresenta un interessante lavoro di ricognizione delle esperienze attualmente in corso: tale analisi ha rappresentato per Banca Etica un motivo di soddisfazione ora che i temi dell’utilizzo a scopo sociale della finanza sono entrati nelle agende di politica economica dei Governi e degli organismi sovranazionali. L’auspicio della Banca è che a questa prima fase possano seguire precise scelte politiche affinché le stesse esperienze censite nel rapporto possano emergere e svilupparsi ulteriormente.
Anche a fronte di tale maggiore sensibilità, negli ultimi anni da diversi fronti è emersa la necessità che Banca Etica ragioni sullo sviluppo di un modello di quantificazione e di rendicontazione del proprio impatto sociale. Tale misurazione andrebbe a soddisfare l’esigenza sia di comunicare verso l’esterno l’impatto sviluppato sia di monitorare all’interno l’impatto creato ed il suo andamento nel tempo.
A tale scopo a dicembre 2014 è nato un Gruppo di Lavoro interno in Banca Etica volto alla quantificazione del proprio impatto sociale: il Gruppo di Lavoro, al quale partecipano rappresentanti di dieci Uffici della Banca, verte in particolare sul monitoraggio sia degli impatti diretti sviluppati, derivanti dal livello di responsabilità sociale dei processi, sia indiretti, legati all’impatto sociale, in termini di cambiamento, che i soggetti finanziati dalla Banca hanno prodotto grazie al finanziamento erogato. In tale ambito ci si pone quindi l’obiettivo di comprendere quanto il finanziamento di Banca Etica abbia migliorato la qualità della vita delle persone interessate dall’organizzazione supportata e se tale finanziamento abbia contribuito a risolvere una determinata problematica sociale (es. povertà, disabilità, fragilità, criminalità, inquinamento, ecc).
Il Gruppo di Lavoro continuerà il progetto nel corso del 2015.
Nel 2014 è stata presentata la ricerca condotta dall’istituto Altis dell’Università Cattolica di Milano sull’impatto sociale dei 15 anni di finanziamenti di Banca Etica a favore dell’economia civile e solidale.
I risultati hanno evidenziato l’impegno che Banca Etica dal 1999 pratica per offrire risorse a favore dell’assistenza per le persone più fragili, della promozione della cultura, della difesa della legalità, della salvaguardia dell’ambiente, del sostegno della cooperazione internazionale e del commercio equo e solidale.
Di seguito si elencano i principali risultati emersi dalla ricerca:
- Banca Etica ha deliberato crediti per 1 miliardo e 800 milioni di euro a favore di 23.804 progetti di famiglie e imprese sociali;
- i finanziamenti deliberati ammontano a 1,8 miliardi di euro;
- il 70% dei finanziamenti deliberati sono andati ad enti non profit, contro l’1% della media del sistema bancario italiano;
- i tassi di interesse praticati da Banca Etica sui prestiti alla clientela sono mediamente più bassi rispetto al resto del sistema bancario;
- Banca Etica ha registrato una costante crescita di fiducia da parte dei risparmiatori: nel 2013 la raccolta diretta è cresciuta del 11%, mentre per le altre banche si è registrata una contrazione complessiva del -1,9%;
- Banca Etica registra un tasso si sofferenze nettamente inferiore rispetto alla media del sistema bancario. A fine 2013 le sofferenze ammontavano per Banca Etica al 2,02% contro il 7,7% della media del sistema bancario.
Le organizzazioni che hanno ricevuto un finanziamento da Banca Etica hanno ricevuto da parte di Altis un questionario, dal quale è emerso che:
- per l’82% degli intervistati il finanziamento ottenuto da Banca Etica è stato “condizione necessaria” per svolgere l’attività;
- il 63% dei soggetti finanziati ritiene che la collaborazione con Banca Etica abbia aumentato le proprie possibilità di fare rete;
- il 62% afferma che la collaborazione con Banca Etica ha permesso di valorizzare le capacità dei propri collaboratori;
- per il 52% rivolgersi a Banca Etica ha permesso di creare nuovi posti di lavoro;
- per il 51% il finanziamento di Banca Etica ha permesso di aumentare il reddito;
- il 47% dei clienti ha ottenuto il finanziamento da Banca Etica dopo che una o più banche avevano rifiutato di concederlo;
- il 44% dei clienti finanziati ritiene di aver conseguito un risparmio economico rivolgendosi a Banca Etica;
- i finanziamenti concessi da Banca Etica per l’installazione di impianti per le energie da fonti rinnovabili hanno permesso di evitare ogni anno l’emissione di oltre 25.000 tonnellate di CO2, con un risparmio per la collettività quantificabile in 410.000 euro l’anno.