1. Sistema finanziario
Le nostre relazioni con il mondo finanziario si articolano su due filoni: il primo relativo alle organizzazioni nazionali e internazionali di Finanza Etica, con le quali condividiamo valori e intenti, il secondo relativo agli istituti di credito “tradizionali”, fondato sulla volontà di trasmettere, attraverso il confronto e la dialettica, la peculiarità di un approccio etico e solidale alla gestione del denaro.
Come banca, aderiamo anche alle associazioni di categoria: ABI e Assopopolari e siamo sottoposti alla vigilanza di Banca d'Italia.
I rapporti con gli istituti di credito si concretizzano sia nella richiesta di apporto di Capitale Sociale sia nell'avvio di rapporti di natura commerciale (stipula di protocolli di intesa e convenzioni per il collocamento di azioni, di certificati di deposito, di obbligazioni della Banca e di quote di fondi comuni di investimento di Etica sgr).
A fine 2012 sono 94 gli istituti bancari e assicurativi con cui intratteniamo dei rapporti. Di questi 74 sono azionisti di Banca Etica e detengono il 3,75% del capitale della banca.
Penso che con banche come BPM (e forse anche con BPER), visto i ripetuti comportamenti non etici, vanno chiusi tutti i rapporti, inclusi quelli di partecipazione azionaria incrociata e quelli che riguardano Etica SGR. Cordiali saluti Claudio Brocanelli
Caro Claudio, non nascondo che il problema del rapporto con il mondo bancario, è sempre stato presente in banca, nel senso che pur nella consapevolezza di una reale difficoltà delle banche di far propri i valori della finanza etica eravamo e siamo comunque obbligati ad interagire con queste, sia per questioni operative, sia per coerenza con la nostra missione che prevede anche una nostra azione di contaminazione sugli intermediari finanziari e creditizi tradizionali. Detto questo la linea tenuta in questi anni da Banca Etica con le banche socie di BE - che adottano comportamenti incoerenti con il nostro statuto - è sempre stata quella di non "demonizzarle" ma di promuovere un confronto, per quanto dialettico e duro, finalizzato a mettere in moto cambiamenti sostanziali rispetto ai comportamenti stigmatizzati (puntando sulla collaborazione con gli stessi stakeholder della banca: lavoratori, soci, clienti). Il bilancio di questo approccio ha dato risultati più o meno positivi, positivi soprattutto nell'aver contribuito, assieme a molte altre organizzazioni, ad azioni di pressione da parte della società civile che hanno portato alla fuoriuscita di BPM dall'elenco delle banche armate e all'adozione, da parte di BpER, di una policy sul rapporto banca/armamenti. Meno positivi se si considera che spesso questi risultati possono essere azzerati per tutta una serie di altre questioni (cambio del cda o degli azionisti di riferimento della banca, problemi di mercato o di redditività ecc.). Tutto ciò ha portato la banca a costituire, più di anno fa, un osservatorio permanente sulle banche (OSS.BA.) il cui obiettivo è quello di monitorare le varie situazioni critiche, fornendo al cda informazione e indicazioni necessarie per delle scelte coerenti che prima o poi devono essere fatte. Aggiungo che ad oggi, nel caso di richieste di adesione a Be da parte di banche cooperative è vincolante il parere dei soci presenti sul territorio (Git: gruppi di iniziativa territoriale). Mi permetta però di precisare che non esistono rapporti di partecipazione azionaria incrociata con le banche, nel senso che l'orientamento di BE è quello di aderire, come soci, solo a banche alternative ed etiche. Un saluto